Il ritorno dei giochi retrò: nostalgia o nuova era pixel art?
Il ritorno dei giochi retrò conquista vecchie e nuove generazioni: nostalgia o rinascita artistica? Parliamo della situazione e approfondiamo con questo articolo!
VIDEOGIOCHI
Mr. Red Drakar
8/2/20253 min read
Sicuramente una domanda che serpeggia tra le bacheche di Steam, gli shop delle console e i trailer degli indie su YouTube sarebbe:
perché nel 2025 stiamo ancora giocando a giochi in pixel art come se fosse il 1992 o l'era d'oro dei videogiochi?
Una risposta scontata e immediata sarebbe "nostalgia". Ma scavando un po' più a fondo, la questione si rivela un po' più profonda di così: si parla di una rinascita artistica e concettuale, dove la pixel art si evolve e si reinventa, diventando linguaggio moderno a tutti gli effetti, oltre che una volontà di tenere viva quella fiamma affascinante ed emozionante di quel tempo, adattandosi alla modernità.
Se sei cresciuto con il Super Nintendo, il Mega Drive o le prime console portatili, oggi avrai tra i 25 e i 40 anni. E sì, l’industria lo sa: i ricordi vendono. Titoli come Shovel Knight, Axiom Verge o The Messenger attingono direttamente a quell’immaginario: grafica pixelata, musiche chiptune, sfide toste ma "giuste".
È lo stesso meccanismo che porta alcuni a collezionare cartucce, a restaurare Game Boy o a comprare mini-console ufficiali. Il retrò, in questa prospettiva, è un comfort game. Ti riporta in un tempo in cui i salvataggi erano un lusso, ma ogni livello superato ti sembrava un’impresa epica.
Stilisticamente, l’arte a pixel viene rivalutata: ha una sua anima, fatta di limiti tecnici che diventano espressività. Ogni pixel conta, ogni animazione è scolpita nel dettaglio. Come la poesia ha il suo ritmo e il suo metro, così la pixel art racconta con semplicità e simboli. E non solo nei remake, ma in giochi nati oggi da menti indipendenti.
IL RITORNO DEL RETROGAMING
Nel panorama indie, tantissimi titoli scelgono lo stile retrò per creare esperienze nuove, intense e uniche; titoli emersi in parte per omaggio a quei tempi, in parte per (almeno così sembra) non dimenticare quello stile e quell'era videoludica. Alcuni esempi del retrogaming in era moderna:
Retro Endurance (2024) – Una vera lettera d’amore ai platform anni '80, ma con meccaniche moderne di resistenza, potenziamenti e una colonna sonora synthwave mozzafiato. Il giocatore affronta livelli procedurali in cui ogni salto è calcolato, ogni nemico ha un pattern. È difficile, appagante, e sorprendentemente profondo.
Celeste – Dietro una grafica minimale c'è un gioco toccante, con una storia di crescita personale e una delle migliori esperienze platform mai create. La pixel art qui è strumento per evocare emozioni autentiche.
Shovel Knight – Un altro classico moderno. Ispirato ai giochi 8-bit, mescola generi e citazioni per creare un gioco solido, ironico e con una community enorme.
Sea of Stars – Un RPG moderno che sfrutta la pixel art in modo raffinato per evocare i classici SNES, ma con effetti di luce dinamici e animazioni fluide.
Octopath Traveler – Anche le grandi case come Square Enix hanno scommesso sulla pixel art HD, combinando sprite 2D e ambienti 3D in un connubio estetico elegantissimo.
Infernax, Hyper Light Drifter, Blasphemous – Titoli diversi, ma tutti uniti da una forte identità visiva retro. Oscuri, crudi, profondi.
Una lista di giochi che non imitano il passato ma lo ricordano, adattano lo stile alla modernità senza perdere il fascino ed il gameplay migliorandone la qualità a tempo stesso per creare qualcosa di nuovo.


Personalmente si può considerare il ritorno dei giochi retrò una nuova forma di cultura pop e visiva. Uno stile che non passa davvero mai di moda totalmente, fatto di pixel dietro i quali si nascondono mondi complessi, idee nuove, creatività e giochi impegnativi. Giocare un titolo in 2D oggi è una scelta di gusto, di identità, quasi una forma d’arte interattiva.
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