Space Invaders: il gioco che scatenò la prima crisi monetaria da videogiochi
Curiosità su Space Invaders, secondo la quale avrebbe avuto un grande successo ma causato anche una crisi monetaria da videogiochi! Scopri di più in questo articolo!
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Mr. Red Drakar
10/30/20252 min read


Nel 1978 in un piccolo ufficio di Tokyo, un giovane programmatore di nome Tomohiro Nishikado stava sperimentando con circuiti, suoni elettronici e pixel luminosi non sapendo ancora che avrebbe cambiato il mondo e, in un certo senso, anche l’economia.
Il suo gioco, il progetto al quale lavorava si chiamava Space Invaders.
Lo scopo era semplice: difendere la Terra da un esercito di alieni che scendevano lentamente verso il basso. Il giocatore, armato di un cannone laser, poteva muoversi solo a destra e a sinistra, sparando per fermarli. Ogni ondata diventava più veloce, più minacciosa, e più difficile da respingere.
Quando Space Invaders arrivò nelle sale giochi giapponesi, fu come una tempesta elettrica.
Le persone facevano la fila per giocare, i bar si riempivano di bip metallici e luci lampeggianti, e intere notti trascorrevano davanti a quei cabinet bianchi con lo schermo verde fosforescente.
Tuttavia, questa spinta di emozioni e successo scatenò qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere: il Giappone, letteralmente, iniziò a esaurire le monete da 100 yen.
Era la moneta necessaria per giocare una partita.
Le file di Space Invaders si moltiplicarono e le persone continuavano a cambiare banconote in monete per alimentare quella che era diventata quasi una dipendenza. In pochi mesi, il governo giapponese notò che milioni di monete da 100 yen stavano sparendo dalla circolazione, bloccate nei cassoni dei cabinati o accumulate dai gestori delle sale.
I giornali dell’epoca parlarono di una vera e propria “crisi monetaria dei videogiochi”.
La domanda di monete era così alta che le zecche dovettero aumentare la produzione per sostenere il consumo. Alcuni locali, addirittura, finirono per accettare solo banconote perché non avevano più spiccioli da dare come resto.
I più anziani parlavano di follia collettiva: giovani che saltavano la scuola, impiegati che passavano le pause pranzo a difendere la Terra, e interi quartieri illuminati dai bagliori verdi delle schermate di gioco; Space Invaders divenne contemporaneamente un successo e un fenomeno da non sottovalutare. Una sfida infinita che spingeva a superarsi, a non arrendersi, a inserire “solo un’altra moneta”.
Fu il primo gioco a generare un fenomeno di massa, e con esso nacque anche il concetto moderno di arcade mania.
In meno di due anni, il Giappone contava oltre 100.000 cabinet attivi. Poi arrivò negli Stati Uniti, dove esplose con la stessa potenza: bar, supermercati, cinema...ovunque c’era una macchina pronta a divorare quarti di dollaro.
Nishikado inoltre, aveva programmato un piccolo errore nel sistema: man mano che i giocatori distruggevano gli alieni, il processore lavorava meno rendendo di conseguenza il gioco più veloce.
Quella che sembrava una scelta di design geniale tuttavia, era in realtà un bug seppure divenne la sua firma più famosa.
In quel paradosso, in quella frenesia che cresceva con ogni colpo sparato, vi era il segreto del suo successo.
Space Invaders, divenne il gioco che trasformò il divertimento in economia e l’economia in leggenda.
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