Qual è il punto più profondo degli abissi?

Scopri qual è il punto più profondo degli abissi: dalle zone oceaniche alle creature abissali, fino al Challenger Deep e alle missioni che hanno esplorato i fondali più estremi della Terra!

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Mr. Red Drakar

10/3/20253 min read

Il mare, quella grande massa d'acqua che copre circa il 71% della superficie terrestre, rappresenta un luogo fondamentale e comune per lo svolgimento della vita, ma proprio come l'immensità dello spazio, anche un luogo come gli abissi oceanici rappresentano un ambito non del tutto esplorato, pieno quindi di segreti nascosti nelle profondità. Ma qual è il punto più profondo mai esplorato? Cosa si trova man mano che ci si allontana dalla superficie illuminata dal Sole? In questo articolo parliamo delle zone oceaniche, creature che le abitano e i record (umani e robotici) raggiunti, esplorati e conosciuti finora.

ZONE OCEANICHE: UNA SCALA DI PROFONDITA':

Per capiredove si trova il punto più profondo e iniziare a parlare dell'esplorazione degli abissi, bisogna prima conoscere le principali fasce verticali dell’oceano, definite in funzione di luce, pressione e vita:

  • Zona epipelagica (0–200 m): si tratta di una “zona di luce” dove avviene la fotosintesi e vivono la maggior parte dei pesci visibili e dei grandi predatori, vedendo quindi la vita di salmoni, orche, balene ed altre specie più piccole.

  • Zona mesopelagica (200–1.000 m): la “twilight zone” (zona crepuscolare), con adattamenti per luce bassa e migrazioni verticali notturne. In questa fascia sono presenti specie più insidiose come squali e altre specie degne di cautela. I 335 metri di questa zona rappresenterebbero inoltre il punto più profondo raggiunto da un essere umano con un'immersione subacquea, raggiunto dall'egiziano Ahmed Gabr nel 2014; si dice che oltre tale soglia sia possibile trovare creature dalle dimensioni maggiori come il polpo gigante del pacifico.

  • Zona batipelagica (1.000–4.000 m): eccoci alla prima zona di buio totale, popolata da pesci abissali e organismi che si nutrono di carcasse che affondano. Addentrandosi in tale zona si dice siano presenti specie dalla longevità vitale elevata, come lo squalo goblin, non ancora estinto dopo 125 milioni di anni, o pesci in grado di sopravvivere senza la luce solare.

  • Zona abissale (4.000–6.000 m): si tratta di una zona fondale estrema, con organismi specializzati alla sopravvivenza anche in condizioni ostili di pressione e altre caratteristiche.

  • Zona adale o adopelagica (>6.000 m): le fosse oceaniche profonde come la Fossa delle Marianne; questo è il regno delle condizioni di pressione più estreme e delle profondità più grandi conosciute.

IL PUNTO PIU' PROFONDO CONOSCIUTO: CHALLENGER DEEP

Il punto più profondo finora conosciuto del fondo oceano è il Challenger Deep, nella Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico occidentale. Le stime più affidabili collocano la profondità del Challenger Deep intorno ai ~10.900–10.994 metri sotto il livello del mare, con misurazioni dettagliate che si aggirano attorno a 10.935–10.994 m a seconda del metodo e dello studio. Le misurazioni moderne combinano sonar multibeam, mappature ad alta risoluzione e sondaggi diretti con lander e sommergibili.

L’esplorazione delle profondità è qualcosa che si rivela ancora oggi lenta, difficile per la pressione estrema e i costi tecnologici, un'impresa che richiede esperienza, pazienza e calcolo di ogni fattore possibile. Alcuni informazioni notevoli:

  • Bathyscaphe Trieste (1960): una delle prime visite umane al Challenger Deep (Don Walsh e Jacques Piccard) segnò un’epoca di pionierismo.

  • Immersioni moderne e robotiche: James Cameron (2012) con il Deepsea Challenger e l’esploratore Victor Vescovo con il sommergibile Limiting Factor (serie di immersioni) hanno effettuato discese e raccolto dati e campioni. Le missioni moderne uniscono sommergibili umani, veicoli telecomandati e lander automatici che registrano video, campionano sedimenti e tracciano la geologia della fossa.

  • Mappature sonar e studi recenti hanno aggiornato e raffinato le stime di profondità, riducendo incertezze e rivelando micro-topografia complessa anche nelle zone più profonde.

CONCLUSIONI:

Il Challenger Deep rimane quindi il punto più profondo conosciuto, con profondità misurate attorno a 10.9 km. Tuttavia la mappa dei fondali è ancora incompleta: nuove tecnologie, missioni robotiche e una maggiore attenzione internazionale (es. iniziative di mappatura globale) stanno lentamente riducendo i bianchi nelle nostre mappe.