Mr. Domino - RETROGAMING
Parliamo di Mr. Domino: un videogioco puzzle game dinamico particolare divenuto un cult per i collezionisti ed intenditori del retrogaming. Scopri di più in questo articolo!
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Mr. Red Drakar
10/8/20253 min read


In un’epoca in cui la PlayStation vantava dell'arrivo della grafica 3D, corse automobilistiche, ma anche follia, sperimentazione e stranezza pura, un'era dominata da videogiochi come Crash Bandicoot, Tekken 3 o videogiochi pronti a lasciare il segno negli anni futuri, titoli meno noti iniziavano a sbucare fuori, videogiochi al giorno d'oggi dimenticati, poco conosciuti ma sicuramente non per i veri amanti di questo mondo. Uno di essi era: No One Can Stop Mr. Domino!
Un titolo urlato, con un punto esclamativo che già da solo anticipava tutto. Nessuno poteva fermare Mr. Domino. E davvero, chi ci avrebbe anche solo provato?
Il gioco nasce nel 1998 dalle menti eccentriche di Artdink, software house giapponese famosa per la sua creatività fuori dagli schemi (A-Train, Tail of the Sun, Aquanaut’s Holiday).
Nel mare di titoli simili e serializzati dell’epoca, Artdink decise di creare qualcosa che fosse... be’, difficile da definire.
Un puzzle game? Un action? Un runner? L'obiettivo era l'originalità quanto la stranezza, un qualcosa di caratteristico per il quale venisse ricordato.
L’idea era tanto semplice quanto surreale: prendere il concetto dell’“effetto domino” e trasformarlo in un videogioco. Ma non come minigioco da tavolo, bensì come corsa contro il tempo, dove un domino antropomorfo piazza altre tessere dietro di sé mentre scappa da un circuito senza fine.
Il gameplay: cadere, ma con stile!
Il gameplay di No One Can Stop Mr. Domino! è abbastanza semplice: il giocatore controlla Mr. Domino (o la sua controparte femminile, Miss Domino) in un percorso circolare pieno di ostacoli e trappole surreali.
Ogni livello è un anello chiuso, un supermercato, un casinò, un parco, dove bisogna piazzare tessere lungo il tragitto, creando una catena perfetta per poi, dopo un giro completo, tornare al punto di partenza e innescare la reazione a catena sbattendo contro la prima delle tessere piazzate o comunque contro le tessere piazzate per abbatterle facendo in modo che queste ultime schiaccino dei pulsanti, attivando meccanismi e dando il via ad animazioni demenziali che trasformano l’ambiente in un caos sincronizzato.
La difficoltà risiede nel fatto che tutto ciò va svolto cercando di evitare ostacoli e gestendo l'energia dettata dal ritmo di piazzamento, rivelandosi una vera corsa contro il tempo (in tutti i sensi) e notando la nostra tessera scurirsi lungo il percorso.
Il giocatore si ritrova quindi costretto a calcolare il percorso migliore per piazzare ogni tessera per completare il giro con più effetti possibili attivati; lungo il percorso tuttavia è possibile imbattersi in caselle di cura, aumento temporaneo della velocità ed altro.
L'originalità del gioco sta nella quindi nella logica del suo stesso nome.
Ogni livello si basa sul posizionamento strategico di tessere per creare catene perfette calcolando tanto come piazzarle, quanto nel prevedere come cadranno.
Una mossa sbagliata, un angolo mal calcolato infatti significa la perdita di un giro nell'intento di posizionare la tessera in tale punto nel modo corretto, fino ad ottenere l'attivazione di tutti i pulsanti del livello passando al successivo.


Una gemma dimenticata della Playstation
Facendosi conoscere come un puzzle game logico, camuffato da corsa frenetica che richiede pianificazione, riflessi e soprattutto memoria, Mr. Domino non fu un successo commerciale, ma aveva raggiunto negli anni l'obiettivo predisposto: far emergere le sue stranezze, la sua meccanica particolare, il suo design essenziale e conservare un po' d'anima videoludica di quel periodo divenendo un cult tra i collezionisti e appassionati di videogiochi sperimentali.
Rivederlo oggi significa fare un salto indietro nel tempo, in un periodo in cui i videogiochi non avevano paura di essere assurdi. Un piccolo pezzo di plastica antropomorfo, inarrestabile e testardo, simbolo di un’epoca in cui il divertimento nasceva dall’imprevisto.
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