Le creature del folklore celtico poco conosciute
Scopri le creature del folklore celtico poco conosciute: dal pericoloso each-uisge alla musa fatale leannán sídhe, storie, origini e informazioni per esplorare il mondo folkloristico di Irlanda e Scozia.
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Mr. Red Drakar
9/29/20254 min read


Il folklore celtico è un mondo di immagini, figure e storie che attraversano secoli, un mondo in cui il confine tra uomo e natura è sottile, e dove il soprannaturale si manifesta in forme tanto affascinanti quanto ambigue. Per quanto figure siano ormai note, come le fate, il banshee, il leprechaun, esiste un sottobosco di creature ancora sconosciute o comunque conosciute male che raccontano aspetti più oscuri e sfumati di questo patrimonio culturale. Questo articolo esplora alcune di quelle figure: esseri che abitano paludi, coste, pub, antichi tumuli e il margine tra il visibile e l’invisibile.
Clurichaun: il “collega” ubriacone del leprechaun
Il clurichaun (clúrachán in gaelico) è una creatura del folklore irlandese spesso confusa con il leprechaun, ma con tratti distintivi: amante del bere, tende a far festa nelle cantine e nei pub e può rivelarsi benevolo o vendicativo a seconda del trattamento ricevuto. A differenza del leprechaun, ritratto come un calzolaio solitario, il clurichaun è la figura che protegge o saccheggia le bevande umane. Le storie popolari lo descrivono come uno spiritello scaltro, pronto a punire chi lo offende, ad esempio rovinando le scorte di vino, ma anche capace di donare piccoli tesori se trattato con rispetto. Questa figura appare nelle raccolte folcloriche e in saggi che distinguono le varianti regionali delle creature fatate irlandesi.
Each-uisge: il cavallo d’acqua spietato
Tra le figure più temute del mondo celtico troviamo l’each-uisge (letteralmente “cavallo d’acqua”), una creatura marina/salmastra delle tradizioni scozzesi e irlandesi. Apparentemente simile al kelpie (il “cavallo d’acqua” delle acque dolci), l’each-uisge è spesso descritto come ancora più pericoloso: si presenta come un cavallo bellissimo sulle rive, attrae viaggiatori e bambini, e una volta montato trascina la vittima in acqua per divorarla. Alcune fonti ne evidenziano l’abituale dimora in loch marini e fiordi, e le sue trasformazioni ingannevoli (può assumere anche forma umana). La pericolosità e i racconti di inganno lo rendono uno degli spiriti d’acqua più terrificanti del repertorio celtico.


Bean-nighe: la lavandaia della morte
La bean-nighe (letteralmente “lavandaia” in gaelico scozzese) è una figura femminile che appare nelle notti fredde a lavare i panni di chi sta per morire. Considerata una sorta di “ramo” della più nota bean sídhe (banshee), la bean-nighe è però più specifica: la si incontra presso ruscelli, ponticelli e forre desolate dove stende biancheria intrisa di sangue o macchiata di presagi. In molte versioni, chi riesce ad avvicinarsi con rispetto può ottenere informazioni o perfino favori, anche se l’incontro è sempre carico di rischio; in altre varianti la vista stessa è un annuncio inesorabile di morte imminente. La figura è attestata in tradizioni raccolte dai folkloristi scozzesi e nelle antologie sulla “Gaelic Otherworld”.
Leannán sídhe: la musa fatale
Più vicina a una figura “romantica” e al contempo pericolosa è la leannán sídhe, una creatura che assume la forma di una bellissima amante appartenente al mondo degli Aos Sí (gli “abitanti del tumulo”). Nei racconti la leannán sídhe si lega a un artista o a un poeta, donandogli ispirazione bruciante ma in cambio consumandone lentamente la vitalità: molti miti collegano questa relazione a una vita breve, intensa e tormentata. Il motivo è stato ripreso e reinventato nel XIX–XX secolo da autori del Celtic Revival (ad esempio W.B. Yeats), che ne hanno enfatizzato l’aspetto “museo-vampirico”. Le fonti folkloriche antiche e gli studi successivi chiariscono come la figura abbia subito trasformazioni letterarie, ma rimanga radicata nell’idea che certe forme d’ispirazione si pagano a caro prezzo.


Púca (Pooka): l'ingannevole mutaforma
Il púca è una creatura mutaforma della tradizione irlandese: può presentarsi come cavallo, capra, cane, o figura umana, spesso con un sorriso sardonico e una natura ambivalente. A volte burlone, altre volte malizioso, il púca può portare fortuna o rovina, condurre la gente fuori strada o guidarla verso tesori nascosti. Alcuni saggi etnolinguistici hanno studiato l’origine e la diffusione del termine, mettendone in luce le variazioni dialettali e le connessioni con simili figure germaniche e britanniche. La ricchezza delle storie su questa creatura la rende difficile da ricondurre a un’unica definizione: è, in fin dei conti, il trickster celtico per antonomasia.


Le creature del folklore celtico meno conosciute non sono reliquie aride: sono strumenti simbolici per pensare il rapporto tra comunità e ambiente, tra creatività e rischio, tra festa e limite. Riscoprire figure come il clurichaun, l’each-uisge o la leannán sídhe significa riscoprire storie che, pur nate in mondi rurali di secoli fa, parlano ancora di fragilità umane, desideri e paure. Nel raccontarle con cura e ricercandone le fonti, contribuiamo a mantenere viva una tradizione complessa, capace di ispirare arte, musica, giochi e nuovi racconti per le generazioni presenti.
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