La storia e le origini degli anime

Dove nascono gli anime e i manga con le loro storie, racconti ed animazioni? Scopri di più su questa parte di mondo nerd che continua ad affascinare ancora oggi tanti appassionati con questo articolo!

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10/12/20253 min read

Tutto ebbe inizio oltre un secolo fa, quando gli artisti giapponesi cominciarono a sperimentare con il cinema d’animazione. Brevi cortometraggi, spesso durati pochi minuti, raccontavano storie semplici: creature fantastiche, leggende popolari o scene comiche di vita quotidiana. Ogni fotogramma veniva disegnato a mano, con una precisione maniacale che oggi fa sorridere per la sua semplicità, ma che allora rappresentava una sfida titanica. Questi primi passi pionieristici, tra il 1917 e il 1930, furono il seme di un’arte destinata a crescere oltre ogni immaginazione.

Negli anni ’30 e ’40, le animazioni venivano utilizzate anche a scopo propagandistico. Film brevi raccontavano storie patriottiche o celebravano valori nazionali, ma sotto la superficie si intravedeva già la creatività degli autori. Ogni immagine, ogni movimento, era un piccolo miracolo di tecnica e inventiva. La guerra impose limiti e vincoli, ma allo stesso tempo stimolò soluzioni creative che sarebbero state fondamentali nel dopoguerra.

Fu dopo il 1945, nella ricostruzione postbellica, che l’animazione giapponese conobbe una vera rinascita. Le città ancora ferite dalla guerra e la società in cerca di un nuovo equilibrio diventarono il terreno fertile per innovazioni artistiche e narrative. In questo contesto emerse un nome destinato a cambiare per sempre il volto degli anime: Tezuka Osamu.

Tutto ebbe inizio oltre un secolo fa, quando gli artisti giapponesi cominciarono a sperimentare con il cinema d’animazione. Brevi cortometraggi, spesso durati pochi minuti, raccontavano storie semplici: creature fantastiche, leggende popolari o scene comiche di vita quotidiana. Ogni fotogramma veniva disegnato a mano, con una precisione maniacale che oggi fa sorridere per la sua semplicità, ma che allora rappresentava una sfida titanica. Questi primi passi pionieristici, tra il 1917 e il 1930, furono il seme di un’arte destinata a crescere oltre ogni immaginazione.

Negli anni ’30 e ’40, le animazioni venivano utilizzate anche a scopo propagandistico. Film brevi raccontavano storie patriottiche o celebravano valori nazionali, ma sotto la superficie si intravedeva già la creatività degli autori. Ogni immagine, ogni movimento, era un piccolo miracolo di tecnica e inventiva. La guerra impose limiti e vincoli, ma allo stesso tempo stimolò soluzioni creative che sarebbero state fondamentali nel dopoguerra.

Fu dopo il 1945, nella ricostruzione postbellica, che l’animazione giapponese conobbe una vera rinascita. Le città ancora ferite dalla guerra e la società in cerca di un nuovo equilibrio diventarono il terreno fertile per innovazioni artistiche e narrative. In questo contesto emerse un nome destinato a cambiare per sempre il volto degli anime: Tezuka Osamu.

Tezuka non era solo un fumettista: era un visionario. Con i suoi personaggi dagli occhi grandi, espressivi, e una capacità unica di intrecciare storie complesse con messaggi morali profondi, creò il primo anime televisivo di successo: Astro Boy. Un cartone animato ma anche una finestra su mondi futuri, città tecnologiche e dilemmi etici universali. Astro Boy divenne immediatamente un modello, influenzando l’estetica e la narrazione di decine di produzioni successive.

Gli anni ’60 e ’70 furono un periodo di espansione e sperimentazione. Serie come Kimba, il leone bianco e Mazinger Z portarono sul piccolo schermo storie più complesse, combattimenti epici e robot giganteschi, mentre il genere shōjo, con opere come Candy Candy, cominciava a esplorare emozioni e drammi adolescenziali. La televisione trasformava gli anime in un fenomeno quotidiano: milioni di bambini e adolescenti si ritrovavano davanti agli schermi, condividendo avventure, sogni e speranze.

Negli anni ’80, la qualità visiva raggiunse livelli impensabili. La tecnologia e la regia cinematografica si mescolarono, portando alla nascita di capolavori senza tempo. Lo Studio Ghibli, con film come Nausicaä della Valle del Vento e Il mio vicino Totoro, consacrò gli anime come forma d’arte riconosciuta a livello mondiale. Questi film non erano solo storie per bambini: erano racconti complessi, immersivi, che affrontavano ecologia, guerra e speranza con delicatezza e profondità.

Negli anni ’90, il fenomeno si globalizzò. Titoli come Dragon Ball, Pokémon e Sailor Moon varcarono i confini giapponesi, conquistando fan in ogni continente.

Oggi, con lo streaming digitale e le piattaforme online, gli anime guadagnano accessibilità. Dalla fantascienza all’horror, dai drammi scolastici alle epiche saghe fantasy, ogni storia trova il suo pubblico. L’eredità di personaggi come Tezuka e pionieri di questo mondo è visibile in ogni dettaglio: nei tratti dei personaggi, nella costruzione dei mondi, nella capacità di trasportare lo spettatore in dimensioni incredibili.

Gli anime rappresentano quindi memoria, innovazione, e soprattutto immaginazione. Sono un ponte tra cultura e fantasia, tra realtà e mito, e continuano a ispirare milioni di persone in tutto il mondo, mantenendo viva la magia di raccontare storie attraverso il potere delle immagini e dell’animazione.