La leggenda di Jormungandr: il serpente del folklore norreno

Scopri la leggenda di Jörmungandr, il gigantesco serpente marino della mitologia norrena. Figlio di Loki, avvolge il mondo e annuncia la fine dei tempi nel Ragnarok.

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Mr. Red Drakar

10/27/20252 min read

Quando il mondo era ancora giovane e gli dèi camminavano tra i ghiacci del Nord, il mare non avesse confini e le tempeste non conoscessero riposo. Allora, da un abisso più profondo del pensiero stesso, nacque Jörmungandr, il Serpente del Mondo.

Era figlio di Loki, il dio dell’inganno, e della gigantessa Angrboda, madre di mostri. Ma il piccolo non rimase tale a lungo: crebbe in un solo giorno fino a divenire tanto immenso che il suo corpo poteva avvolgere la Terra come una cintura, stringendola in un eterno abbraccio di tenebra e mare. Gli dèi, temendo la sua potenza, lo gettarono negli oceani del mondo, credendo di liberarsene. Non sapevano che, così facendo, avevano dato inizio a un destino che nessuno avrebbe potuto evitare.

Sotto la superficie, dove la luce del sole non osa penetrare, Jörmungandr trovò casa. Le acque lo accolsero come un re dimenticato, e il suo corpo crebbe fino a toccare gli estremi del mondo. Le correnti si piegarono alla sua volontà, e le maree obbedivano al suo respiro. Si dice che, quando dorme, il mare è calmo come uno specchio, ma quando si muove, le tempeste nascono dal suo sogno.

Gli uomini lo temono, ma pochi comprendono la sua vera natura. Jörmungandr non è solo un mostro: è l’equilibrio stesso. La sua coda serrata tra le fauci non è un segno di fame, bensì di contenimento. Finché il Serpente del Mondo terrà stretto se stesso, il ciclo continuerà: il giorno seguirà la notte, il sole seguirà la luna, e la vita continuerà a respirare tra ghiaccio e fuoco.

Ma la leggenda dice che verrà un tempo chiamato Ragnarök.

Quando il cielo si strapperà come un tessuto troppo teso, e le stelle cadranno come cenere, Jörmungandr solleverà la testa sopra le acque e aprirà la bocca. Il mare si ritirerà, le coste si spezzeranno, e dal fondo dell’oceano salirà un vapore velenoso, abbastanza forte da bruciare i polmoni degli dèi.

Sarà allora che Thor, il dio del tuono, prenderà in mano il suo martello, Mjöllnir, e affronterà il mostro.
Il canto degli scaldici narra che il tuono si farà marea, che il mare si farà cielo, e che i due titani combatteranno per nove giorni e nove notti, mentre il mondo intero tremerà come una foglia nel vento. Alla fine, Thor ucciderà Jörmungandr, ma farà solo tre passi prima di cadere, soffocato dal veleno del Serpente.

Quando entrambi giaceranno morti, il mare inghiottirà la terra e il cielo sarà oscurato per sempre. Ma dagli abissi emergerà una nuova luce: il mondo rinascerà, puro, privo degli antichi dèi, e le acque che un tempo furono veleno diventeranno linfa per una nuova era.

Ancora oggi, i marinai norreni raccontano che, nelle notti di tempesta, tra i lampi, si può vedere un’ombra colossale scivolare sotto le onde. Dicono che sia Jörmungandr che si rigira nel sonno, infastidito dai passi degli uomini sulle sue acque. E che ogni volta che il mare si gonfia troppo o la costa viene inghiottita, non è la furia del vento, ma il respiro del Serpente del Mondo che si fa sentire.

Finché il mare vivrà, vivrà anche lui.
E quando il suo corpo si spezzerà, il mondo lo seguirà nel silenzio.