La città delle notti di pioggia - Racconto breve

Scopri la leggenda della Città delle notti di pioggia, un racconto breve fantasy misterioso e suggestivo: una città che appare solo nelle notti di tempesta, tra ombre, custodi e segreti nascosti nella pioggia.

STORIE E RACCONTI

Mr. Red Drakar

9/25/20253 min read

Si racconta, da tempi lontani, di una città che non esiste sulle mappe, né nei ricordi di chi vi è nato, perché nessuno vi è mai nato davvero. La chiamano la città delle notti di pioggia. È un luogo che appare soltanto quando il cielo si fa pesante, quando le nuvole si radunano come eserciti silenziosi e la pioggia cade fitta, coprendo il mondo con un velo d’acqua e mistero.

Un’invenzione di viandanti e marinai che cercavano di dare un senso ai propri sogni febbrili; queste furono per molto tempo le ipotesi, le voci che girarono tramandando la storia che divenne leggenda. Ma un'altra parte di voci parlavano di testimonianze di avvistamenti: tra i lampi che squarciano la notte, una distesa di torri argentate e strade illuminate da lanterne che non bruciano olio né fuoco, ma una luce tenue e viva come stelle catturate.

La città delle notti di pioggia, una città costruita su ricordi e rimpianti, dall'esistenza rafforzata dalle credenze popolari o dalla speranza dell'esistenza stessa. Dalle fondamenta costruite da ciò che gli uomini hanno dimenticato o lasciato incompiuto. La leggenda narra che chi vi entra percepisce un senso di nostalgia struggente, come se avesse smarrito qualcosa di prezioso senza mai ricordare cosa fosse.

Si dice che il suo portale si apra soltanto per chi cammina da solo sotto la pioggia. Non importa la via o il villaggio, non importa se si è in montagna o in pianura: se il cielo lo permette e il destino lo vuole, un viaggiatore solitario troverà davanti a sé una strada nuova, misteriosa, fatta di ciottoli lucidi e riflessi che si estende verso l’ignoto.

Chi la segue, dopo pochi passi, smette di percepire il peso della pioggia sulle spalle. L’aria si fa diversa, sospesa, come se fosse separata dal resto del mondo. Ed ecco che all’orizzonte appare la città, splendente, silenziosa, vibrante come un miraggio.

Non è mai deserta, dicono. Alcuni hanno intravisto figure muoversi tra i vicoli: ombre vestite di lunghi mantelli, il volto nascosto da cappucci grondanti d’acqua. Non parlano mai, ma osservano. Alcuni credono siano gli spiriti di coloro che hanno perso la strada, imprigionati per l’eternità; altri sostengono che siano i custodi della pioggia, esseri antichi che vegliano sulla città e decidono chi può restare e chi deve tornare.

Un vecchio pescatore una volta raccontò che uno di quei custodi gli aveva posato una mano sulla spalla, e per un istante aveva rivisto tutta la sua vita come in uno specchio d’acqua: la giovinezza, l’amore perduto, le promesse mai mantenute. Poi, senza accorgersene, si era ritrovato di nuovo sul molo, fradicio di pioggia, mentre la città si dissolveva nell’oscurità.

Le leggende parlano di viaggiatori che non fecero più ritorno. Si dice che alcuni abbiano scelto di restare, sedotti dalla bellezza senza tempo della città. Lì non esistono guerre né carestie, e ogni desiderio pare vicino ad avverarsi. Ma chi rimane perde lentamente i ricordi della propria vita: nomi, volti, persino il proprio stesso nome. Diventa un’ombra, uno dei custodi, condannato a vegliare sulla città fino a che la pioggia cadrà sul mondo.

Altri, invece, tornano. Portano con sé visioni di torri infinite, di biblioteche costruite con libri che nessuno ha mai scritto, di ponti sospesi nel vuoto che conducono a porte chiuse. Nessuno di loro è mai più lo stesso. Alcuni diventano poeti, altri vagabondi inquieti. Ma tutti, nel cuore, conservano la certezza che la città delle notti di pioggia esiste davvero.

C’è chi dice che in un futuro lontano, quando la pioggia cadrà per l’ultima volta sulla Terra, la città non svanirà più. Rimarrà, eterna e silenziosa, rivelandosi al mondo intero. E allora non sarà più leggenda, ma realtà.

Fino a quel giorno, essa resta un segreto custodito nelle pieghe della notte, in attesa di chi avrà il coraggio di camminare da solo sotto la pioggia, senza temere di perdersi.

E così la leggenda si tramanda, bisbigliata attorno al fuoco, raccontata nelle taverne o scritta nei diari dei viaggiatori.
Chi ascolta, spesso ride. Ma nelle notti di pioggia, quando i lampi illuminano le finestre, la leggenda resiste al tempo, nei ricordi e menti della gente, rafforzata dalla curiosità dei misteri che nasconde.