Come scrivere un racconto horror o una creepypasta: consigli e linee guida

Come si scrivere un racconto horror o una creepypasta? In questo articolo trattiamo consigli, linee guida, dettagli per trovare il tuo stile e creare una storia dell'orrore coinvolgente!

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Mr. Red Drakar

8/22/20254 min read

closeup photo of person's hand
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LA PAURA, IL CONTESTO, LA SITUAZIONE SONO L'INIZIO DI TUTTO

Uno degli errori comuni potrebbe essere quello di inventarsi subito un’entità sovrannaturale, un killer o un mostro e poi costruire tutto attorno. E' un'opzione che funziona solo in parte; il sistema funziona meglio se si cambia punto di vista: scegli una paura concreta, una situazione o soprattutto uno stile che sarà quello che accompagnerà il racconto; uno stile psicologico? Paura di ciò che non si vede? Ansia di assistere a situazioni anomale? O forse temi come la morte, il sangue, aggressioni o altro?

Ogni elemento narrativo deve avere un legame con quella sensazione. Costruire un'identità, una creatura o un killer potrebbe essere giusto, ma è difficile renderlo il "punto di traino" di tutta la storia, meglio focalizzarsi sullo stile e ambientazione delle scene nelle quali vuoi che il lettore si immerga, per mantenere la coerenza e la giusta ambientazione o le giuste sensazioni di ogni scena, senza contare una maggiore facilità di dare risalto al killer, mostro o entità che sia.

RACCONTO HORROR O CREEPYPASTA?

Per quanto "racconto horror" e "creepypasta" possano sembrare la stessa cosa, alcune differenze sostanziali fanno in modo da distinguere entrambe le tipologie di storie e racconti. Per "racconto horror" si intende quel genere di contenuto che mira a suscitare paura attorno ad ambientazioni, protagonisti come entità, killer, atmosfere cupe e quant'altro ma in diverse forme d'arte quali i videogiochi, opere letterarie o narrative e dalle lunghezze differenti. Le "creepypasta" rientrano in quelle tipologie di racconto o storia dell'orrore diffusi esclusivamente online mescolando tematiche e base reali; oggetti come CD misteriosi, filmati, tematiche reali vengono trasformate in una versione horror delle stesse costruendo attorno a queste ultime, situazioni oscure, misteriose ed inquietanti in grado di suscitare paura nei lettori sfruttando quel senso di "esistenza o non esistenza", un alone di leggenda metropolitana.

Sebbene anche la lunghezza delle creepypasta può essere variabile, questo tipo di racconti sono noti per essere di lunghezza medio-breve (un racconto horror può essere diviso in più parti, capitoli e più pagine per capitolo, con trame più articolate e dettagliate per favorire l'immersione nel racconto; una creepypasta per contro, punta sull'immedesimazione e immaginazione del lettore facendo perno come detto, su dettagli come la curiosità, l'ipotesi "veritiera" e il dubbio.

Se il tuo obiettivo è quello di scrivere un racconto horror, il consiglio in questo caso potrebbe essere quello di concentrarti sui dettagli; gli odori, i rumori, le sensazioni, i particolari della scena, in modo tale che ogni singolo fattore rafforza l'atmosfera inquietante e paurosa.
Nel caso della creepypasta, basta porsi domande come "cosa succederebbe se questo particolare conosciuto fosse...o se questo personaggio si comportasse...?" Trasforma il conosciuto con qualcosa che "non succederebbe mai o sarebbe altamente improbabile" su quello che si conosce e la storia inizierà a prendere forma.

I SOTTOGENERI DELL'HORROR

Non tutti gli horror funzionano allo stesso modo: cambiano atmosfera, regole e aspettative. Conoscere i sottogeneri principali ti aiuta a capire quale strada prendere per il tuo racconto. Eccone alcuni tra i più usati, con spunti rapidi:

  • Horror psicologico: lavora sulle paure interiori, paranoie, traumi. Qui non serve un mostro tangibile: il vero nemico è la mente. Perfetto se vuoi lasciare il lettore dubbioso su cosa sia reale e cosa no. Questo genere si concentra quindi più sulle emozioni e ciò che non si vede come sulla paura di esso.

  • Horror gotico: castelli, cripte, case maledette. Atmosfere decadenti, segreti di famiglia, fantasmi. Funziona bene se vuoi puntare sul mistero e sull’estetica cupa; genere adatto a costruire una storia pregressa, oscuri misteri che tornano a galla ed altri elementi simili.

  • Dark fantasy: unisce elementi fantasy (magia, mondi alternativi) a tinte horror. Immagina streghe, rituali antichi, divinità crudeli. Ottimo se vuoi mescolare epico e inquietante con un tocco di fantasy per l'appunto, inserendo quindi anche entità sovrannaturali, demoni e una mescolanza per l'appunto di horror e mondi fantastici.

  • Horror sci-fi: paure legate alla tecnologia, allo spazio, IA fuori controllo o virus alieni. Ideale se vuoi un orrore “futuro” ma plausibile. Genere di racconto tra i più vicini al "possibile da realizzare" pur mantenendosi sulle ipotesi e sulle possibilità infinite quanto lo spazio e l'universo, quindi pianeti ostili, situazioni pericolose o semplice paura dell'ignoto.

Ogni sottogenere ha le sue regole implicite. Il trucco è scegliere quello che rispecchia la paura che vuoi trasmettere. Vuoi dare ansia più mentale che visiva? Punta sull’horror psicologico. Vuoi far sentire il lettore piccolo davanti all’universo? Horror sci-fi o cosmic horror sono perfetti.

CONCLUSIONI

Scrivere un racconto horror o una creepypasta si rivela quindi un lavoro di precisione sulla paura. In questo articolo abbiamo visto come partire dall’emozione giusta e non dal mostro, come usare il minimalismo per lasciare spazio all’immaginazione, e come ambientare la storia in contesti quotidiani per renderla più credibile.

Abbiamo parlato di ritmo e struttura, del valore aggiunto del formato online (chat, forum, file “ritrovati”), di come evitare i cliché triti e sfruttarli in modo nuovo. Abbiamo anche fatto una panoramica dei principali sottogeneri dell’horror – dal gotico al body horror, dal dark fantasy al folk horror – per aiutarti a scegliere l’approccio più adatto alla paura che vuoi trasmettere.

Alla fine, l’obiettivo resta sempre lo stesso: non spaventare soltanto, ma lasciare un’eco. La tua storia deve continuare a vivere nella testa del lettore, insinuarsi nei suoi gesti quotidiani, fargli guardare con sospetto una notifica, un corridoio buio o il riflesso nello specchio.

Se scrivi pensando a questo, non avrai solo creato un racconto: avrai costruito una piccola leggenda digitale.

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