5 Fatti Curiosi e Storie Incredibili su Tetris: Il videogioco che ha Conquistato il Mondo
Fatti curiosi e storie incredibili su Tetris; fai un salto nell'era d'oro dei videogiochi scoprendo 5 storie, fatti curiosi e particolari sul puzzle game più amato di sempre!
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Mr. Red Drakar
7/29/20254 min read
Ci sono videogiochi che passano alla storia. E poi c’è Tetris, un fenomeno culturale che ha attraversato decenni, generazioni e piattaforme, rimanendo sempre rilevante. Ma oltre al suo gameplay semplice e ipnotico, Tetris nasconde una storia affascinante, fatta di matematica, politica, psicologia e scelte geniali di marketing.
In questo articolo ti porto a scoprire 5 storie e curiosità poco note su questo capolavoro!
1. TETRIS E' NATO GRAZIE ALLA MATEMATICA
Nel 1984, Aleksei Pajitnov, un ricercatore del Centro di Computer dell’Accademia delle Scienze di Mosca, stava sperimentando con un'idea ispirata al gioco da tavolo dei pentamini (forme composte da 5 quadrati uniti). Per rendere il concetto più semplice e gestibile da un computer, scelse di utilizzare i tetramini: blocchi da 4 quadrati, che oggi conosciamo benissimo.
Lavorando su un Elektronika 60, un computer sovietico privo di scheda grafica, Pajitnov rappresentò i blocchi usando caratteri ASCII. Il primo prototipo venne completato in pochi giorni, ma diventò subito un successo tra i colleghi, tanto che cominciarono a giocarlo ossessivamente nei corridoi del centro.
Il nome "Tetris" è un gioco di parole tra “tetra” (quattro, come i quadrati di ogni pezzo) e “tennis”, lo sport preferito del suo creatore.
Ironia della sorte? Nonostante la portata rivoluzionaria della sua invenzione, Pajitnov non vide risultati per anni: i diritti appartenevano allo Stato sovietico.
2. GUERRA FREDDA TRA AZIENDE PER I DIRITTI
Il 1986 fu l'anno della diffusione di Teris: diverse versioni iniziarono a circolare in Ungheria e poi in Europa occidentale, portando all’attenzione di varie aziende un gioco senza pari. A quel punto, data la grandezza e la diffusione del fenomeno esso sollevò problematiche come quella dei diritti di distribuzione, portando ad un vero e proprio conflitto commerciale.
Due figure chiave entrarono in scena:
Robert Stein, della Mirrorsoft, ottenne un primo accordo con ELORG (l’ente statale sovietico per il software), ma il contratto era vago e mal tradotto, soprattutto per quanto riguarda le piattaforme su cui poteva essere distribuito il gioco.
Henk Rogers, imprenditore olandese naturalizzato giapponese, rappresentava Nintendo e riuscì a ottenere i diritti esclusivi per console dopo una trattativa rocambolesca a Mosca, affrontando negoziati tesi e sorpassando la concorrenza americana.
I sovietici, ancora poco avvezzi alla burocrazia commerciale occidentale, finirono per cedere i diritti multipli dello stesso prodotto a più aziende senza saperlo.
Alla fine, fu Nintendo a prevalere: ottenne i diritti per Tetris su Game Boy e NES, mentre Atari, credendo di avere un contratto legittimo, lanciò una versione che fu successivamente ritirata per ordine della corte. Una vera guerra, solo che stavolta si combatteva a colpi di fax e clausole.
3. GIOCARE A TETRIS PUO' RIDURRE L'IMPATTO DI UN TRAUMA
Al di là dell' intrattenimento, Tetris fu oggetto di diversi studi psicologici, alcuni dei quali rivelano effetti sorprendenti. Nel 2009, un team dell’Università di Oxford condusse un esperimento su volontari ai quali venne mostrato un video traumatico.
Alcuni di loro, subito dopo, giocarono a Tetris per circa 20 minuti. Nei giorni successivi, questi soggetti riportarono meno flashback intrusivi rispetto a quelli che non avevano fatto nulla.
L’ipotesi degli scienziati fu che il gameplay visivo e spaziale di Tetris “interferisca” con la formazione dei ricordi traumatici a lungo termine, in particolare nei primi momenti dopo l’evento.
Da allora, vari studi esplorarono l’uso del gioco in contesti terapeutici, come trattamento per il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) o per ridurre l’ansia e la dipendenza da sostanze.
Chi avrebbe mai detto che ruotare blocchi colorati potesse avere un simile effetto sulla mente umana?
4. IL "TETRIS EFFECT" E' REALE
Il termine "Tetris Effect", coniato negli anni ‘90, si riferisce ad una strana sensazione vissuta da molti giocatori: vedere blocchi che cadono nella propria mente anche dopo aver smesso di giocare.
Succede a occhi chiusi, nel dormiveglia o persino nella vita reale. Alcuni testimoni raccontano di immaginare scatole che si incastrano perfettamente, o palazzi che si sistemano come tetramini mentali.
In uno studio del 2000, giocatori esperti e anche soggetti con amnesia anterograda (incapaci di formare nuovi ricordi) riferirono sogni visivi legati a Tetris, suggerendo che l’effetto coinvolge aree profonde e visive del cervello.
Nel 2018, il gioco è tornato sotto i riflettori con il meraviglioso Tetris Effect per PS4 e VR, che sfrutta luci, suoni e ritmi per trasformare il classico puzzle game in una esperienza sinestetica immersiva. È quasi una meditazione digitale.


5. TETRIS: LA MELODIA CHE HA ISPIRATO UNA DELLE MUSICHE PIU' RICONOSCIBILI DELLA STORIA
Uno degli elementi più iconici di Tetris soprattutto nella versione Game Boy è sicuramente la colonna sonora, in particolare il celebre "Tema A", quel motivetto orecchiabile che ti si infila in testa e non ti lascia più.
Ma pochi sanno che quella melodia non è nata con il gioco. Si tratta di un arrangiamento elettronico di una canzone popolare russa del XIX secolo chiamata "Korobeiniki", una ballata che racconta la storia di un venditore ambulante e una contadina, usata in origine come poesia da Nikolai Nekrasov nel 1861.
Il paradosso? Una semplice canzone folk trasformata in un simbolo globale dei videogiochi.
L’adattamento 8-bit fu realizzato da Hirokazu Tanaka, uno dei più importanti compositori Nintendo, che riuscì a trasformare un brano tradizionale in una melodia ipnotica e perfetta per il gameplay incalzante di Tetris. Il brano è talmente popolare che è stato remixato, orchestrato, ballato e persino usato nei concerti sinfonici ufficiali di videogiochi.
Oggi è praticamente impossibile ascoltare “Korobeiniki” senza pensare immediatamente ai blocchi che cadono.
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