3 Storie su autostrade inquietanti e oscure

Vi racconto 3 storie su autostrade inquietanti, oscure, protagoniste di leggende metropolitane su casi strani, paranormali, misteriosi ed inspiegabili!

STORIE E RACCONTI

Mr. Red Drakar

6/30/20254 min read

Strada deserta al tramonto, con un’auto abbandonata e sagome spettrali sulla carreggiata.
Strada deserta al tramonto, con un’auto abbandonata e sagome spettrali sulla carreggiata.

LA MALEDIZIONE DELLA HIGHWAY 666

Nel periodo tra gli anni 90' e i 2000, nel cuore del deserto del New Mexico, la vecchia U.S. Route 666 rappresentava una sfida per coloro che percorrevano l'autostrada con l'adrenalina o il fascino di una strada oscura, buia, silenziosa, un percorso che partiva con una strana tensione nello stomaco. Ufficialmente era solo una numerazione di sistema, la sesta diramazione della Route 66, ma per la gente che vive tra New Mexico, Utah e Colorado, quei tre sei portavano con sé qualcosa di più di un numero.

Al completamento della strada negli anni Trenta, essa tagliava attraverso territori desertici già pregni di superstizioni Navajo. Già da allora giravano voci e storie di colline infestate dagli Skinwalkers, figure mutaforma capaci di camminare tra i vivi, ma il diffondersi del folklore così come dei dubbi, ipotesi e ricerche vide una crescita significativa alcuni decenni dopo, al crescere degli incidenti ed eventi inspiegabili che alimentavano le paure e le incertezze, come anche alcuni casi di gente curiosa o in cerca di conferme e prove reali.

Uno degli incidenti più noti fu quello di Earl Simmons, un autista di autobus scolastico di Farmington, New Mexico. Una notte del 1979, tornando a casa tardi dopo aver accompagnato un gruppo di studenti in gita, giurò di aver visto due fari alle sue spalle comportarsi in modo strano. Pensò fosse un camion in sorpasso. Ma il camion non lo affiancò mai. Restò incollato al retro del bus per chilometri, lampeggiando abbaglianti così forti da inondare l’interno. Earl rallentò, accostò; a quel punto svanì anche il rumore della vettura dietro così come ogni traccia di qualunque cosa avesse visto.

Negli anni Ottanta, fu un'altra la vicenda di spicco, conosciuta soprattutto da coloro che erano soliti coprire lunghi percorsi in camion, una storia ancora più sinistra: quella del Camion Nero, un Peterbilt vecchio modello, verniciato di nero opaco, senza targa, né numeri identificativi. Secondo la leggenda, sembra che qualora venisse avvistato, quest'ultimo si sarebbe allontanato suonando il clacson costringendo a spingere il motore oltre il limite, causando incidenti catastrofici nella maggior parte dei casi. Molti raccontano di averlo visto superare a fari spenti, con un urlo di freni che si perdeva nel nulla.

Per esorcizzare la cattiva fama, nel 2003 la strada fu rinominata Route 491, ribattezzata la “Strada verso il Paradiso” come ironico contraltare. Ma ancora oggi, chi guida da Gallup a Shiprock afferma con convinzione di voler evitare quel tratto o comunque percorrerlo nelle ore di luce qualora vi si fossero costretti, sentendo la sensazione di qualcosa di sbagliato, di pericoloso nel solo pensiero di provare a percorrerla.

I MISTERI DELLA CLINTON ROAD

Nascosta tra le foreste fitte del New Jersey settentrionale, la Clinton Road è lunga appena 16 chilometri, a detta di molti e delle leggende che aleggiano in questa zona, una delle strade più infestate del Paese. Una strada nella quale il buio e la notte giungono prima, coperta dal tetto di rami e nebbia bassa che si alza frequentemente.

La storia più celebre riguarda il Ghost Boy Bridge, un vecchio ponticello di pietra sopra un ruscello. Si racconta che negli anni Cinquanta un ragazzo annegò cercando di recuperare una palla da baseball caduta in acqua. La leggenda vuole che da allora, chi si ferma sul ponte e getta una moneta nel fiume, la ritrova sul parapetto poco dopo, fredda come se fosse stata tenuta in una mano bagnata.

Altre leggende e storie parlano di avvistamenti notturni di auto senza conducente apparendo nei retrovisori, seguono a fari spenti e scompaiono nel nulla. Nei primi anni Ottanta infatti, due amici tornando da un concerto percorrendo Clinton Road notarono alle loro spalle un vecchio pick-up verso le due del mattino. L’auto li seguì per chilometri, senza mai tentare di sorpassare, per poi svanire qualche attimo dopo, lasciando dubbi e paure dettate dal dubbio che potesse trattarsi dell'immaginazione o di qualcosa di paranormale.

Nei boschi, oltre la carreggiata, si racconta di riti oscuri, di capre sgozzate e simboli incisi sugli alberi. Alcuni ranger, negli anni Novanta, riferirono di aver trovato candele consumate, ossa di animali e strani cerchi di pietre. Vero o falso, nessuno ama avventurarsi tra quei tronchi dopo il tramonto.

Ancora oggi, molti evitano Clinton Road di notte. Ma per gli appassionati del brivido, essa divenne un rito di passaggio: spegnere i fari, fermarsi sul ponte del ragazzo fantasma, gettare una moneta e restare in silenzio. E sperare che non ritorni.

I FANTASMI DELLA M6 MOTORWAY

Nel cuore dell’Inghilterra, la M6 Motorway collega regioni trafficate e industriali; il suo asfalto tuttavia nasconde strati di storia antica. Lungo i 370 chilometri della M6, numerosi tratti ricalcano vecchie strade romane o costeggiano siti di battaglie medievali.

Una delle storie più note riguarda un tratto vicino a Junction 19, dove nel 1971 un camionista di nome Arthur Bowers ebbe un incidente che divenne leggenda. Durante una notte di nebbia, Arthur vide davanti a sé una processione di figure. Erano uomini in tuniche, elmi di metallo, scudi di legno, che camminavano lenti, illuminati dai fari del suo camion. Pensò fosse un raduno di rievocatori storici. Frenò bruscamente, scese a controllare ma non trovò nessuno, solo nebbia e strani sussurri. Raccontò che uno degli uomini lo aveva fissato, con uno sguardo spento dagli occhi neri, vuoti.

Negli anni Ottanta, una coppia di neosposi in viaggio verso Liverpool riferì di aver visto un cavaliere a cavallo, in armatura lucida, attraversare la corsia di sorpasso. La donna urlò, l’auto sbandò, ma non c’era traccia di cavallo né di impronte sulla banchina fangosa.

I racconti di autostoppisti fantasma sono altrettanto radicati: uomini in trench che appaiono sul ciglio, fissano senza muoversi e scompaiono se qualcuno si avvicina. Alcuni camionisti raccontano di aver dato passaggi a figure silenziose, trovando sul sedile solo una macchia d’acqua o di fango dopo pochi chilometri.

Il folklore vuole che la M6 sia “l’autostrada dei confini”, dove il passato si fonde col presente. Alcuni storici credono che certi tratti corrispondano a vecchie strade romane che tagliavano l’antica Britannia. Forse, dicono, i fantasmi non fanno altro che continuare il loro viaggio, ignari dell’asfalto, delle corsie e dei clacson moderni.

Strada forestale immersa nella nebbia di notte, fari di un’auto tra gli alberi e figura fantasma.
Strada forestale immersa nella nebbia di notte, fari di un’auto tra gli alberi e figura fantasma.
Autostrada britannica M6 bagnata dalla pioggia al crepuscolo, corsie vuote illuminate da fari.
Autostrada britannica M6 bagnata dalla pioggia al crepuscolo, corsie vuote illuminate da fari.